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All’indomani della canonizzazione di 7 nuovi santi avvenuta domenica 19 ottobre 2025, Papa Leone XIV ricevendo in Aula Paolo VI i pellegrini venuti per la canonizzazione dei martiri Pietro To Rot, del vescovo Ignazio Choukrallah Maloyan, delle religiose Maria Troncatti, Vincenza Maria Poloni e Carmen Rendiles Martínez, e dei laici Bartolo Longo e José Gregorio Hernández Cisneros, trae da ognuno un messaggio valido per i nostri giorni soprattutto di fronte alle ingiustizie sociali. “Gli uomini e le donne che sono stati proclamati santi sono per tutti noi segni luminosi di speranza, perché hanno offerto la propria vita nell’amore di Cristo e dei fratelli”.

Tra i nuovi santi troviamo anche colui che è stato definito ‘l’apostolo del Rosario’, Bartolo Longo, del quale il Papa ricorda la conversione da uomo lontano da Dio ad una vita fatta di opere di misericordia e sostenuta dall’amore per Maria. 

Bartolo Longo è stato affiliato all’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane l’8 maggio 1919, a Pompei. Viene beatificato da Giovanni Paolo II, il 26 ottobre 1980 mentre il 25 febbraio 2025, papa Francesco ha approvato i voti favorevoli per la canonizzazione del Beato lo scorso 19 ottobre 2025.

Bartolo Longo nasce in provincia di Brindisi nel 1841 e, per un periodo della sua vita, dopo aver completato a Napoli i suoi studi di giurisprudenza, si avvicina al mondo dello spiritismo, abbandonando la fede cattolica, alla quale però tornerà dopo qualche tempo.

Un aneddoto legato alla sua totale conversione racconta che nel 1872, recandosi a Valle di Pompei per curare le proprietà della Contessa Marianna Farnararo, che sposerà qualche anno dopo, nel visitare le campagne del posto, al suono delle campane udì una voce che gli disse: “Se propaghi il Rosario, sarai salvo!”.
Decise così di non allontanarsi da quei luoghi, senza aver prima diffuso il culto alla Vergine del Rosario. Ristrutturò la piccola chiesa parrocchiale del Santissimo Salvatore e decise di erigere una nuova chiesa, dedicata proprio alla Madonna del Rosario. L’8 maggio 1876 fu posta la prima pietra della nuova chiesa, nella quale per la prima volta, il 14 ottobre 1883, ventimila pellegrini, recitarono la Supplica alla Vergine del Rosario.

Una serie di opere benefiche erette a favore di bambini e adolescenti in ambienti sociali difficili e compromessi, lo resero famoso. Nel 1887, infatti, fonda l’Orfanotrofio Femminile, che sarà la prima delle sue Opere di Carità, alla quale seguirà, nel 1892 l’ospizio per i figli dei carcerati (retto, a partire dal 1907, dai Fratelli delle Scuole Cristiane), dopo che alcuni detenuti si rivolsero a Bartolo Longo per esortarlo a prendersi cura dei propri figli. Fu così che egli maturò la convinzione che non solo si potessero recuperare i figli dei carcerati, ma che essi, a loro volta, avrebbero potuto salvare i propri genitori dalla disperazione. 

Dopo quest’opera anche le figlie dei carcerati vennero accolte a Pompei, affidate alla cura delle Suore Domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”. 

Bartolo Longo morì all’età di ottantacinque anni, il 5 ottobre 1926.

Papa Leone rivolgendosi ancora i pellegrini accorsi a Piazza S. Pietro durante l’udienza di domenica 19 ottobre, li invita a ricordare che “la croce di Cristo rivela la giustizia di Dio. E la giustizia di Dio è il perdono […] Quando siamo crocifissi dal dolore e dalla violenza, dall’odio e dalla guerra, Cristo è già lì, in croce per noi e con noi”, “chiediamoci” – continua il Papa – “quando sentiamo l’appello di chi è in difficoltà: siamo testimoni dell’amore del Padre, come Cristo lo è stato verso tutti?”. Bartolo Longo ha sicuramente accolto, nel corso della sua vita, questa chiamata.   

Presso la Casa Generalizia di Roma è visibile al pubblico, a cura dell’Ufficio Patrimonio Lasalliano e Ricerca, in collaborazione con l’Ufficio Informazione e Comunicazione, una mostra temporanea dedicata a Bartolo Longo.