“La storia ci ha dimostrato che la vita religiosa durerà quanto la Chiesa. Ha dimostrato un notevole potere di sopravvivenza, una meravigliosa capacità di svilupparsi e adattarsi, nonostante i periodi di crisi, nonostante gli alti e bassi che ha conosciuto. Se abbiamo il coraggio, l’apertura e la disponibilità a lasciarci guidare dallo Spirito, l’opera iniziata dal santo De La Salle e sviluppata dalle generazioni dei suoi figli nel corso di quasi tre secoli vedrà un nuovo fiorire del suo dinamismo nella prossima generazione, cioè nel corso del prossimo secolo”.
Con queste parole tratte dal discorso di Fr. Charles-Henri, ex Superiore Generale dell’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, al Capitolo Generale del 1976, inizia l’opera “Da una comunità all’altra”, scritta da Fratel Pedro María Gil, del Distretto Arlep (La Salle Spagna e Portogallo), comprensiva di due volumi e fa parte della Collana di Studi Lasalliani.
Sotto la direzione generale di Fratel Santiago Rodríguez Mancini, Direttore dell’Ufficio del Patrimonio Lasalliano e della Ricerca, questa nuova pubblicazione corrisponde al n. 19 di questa importante collana che da oltre trent’anni contribuisce in modo significativo alla diffusione e all’approfondimento della tradizione vivente ereditata da San Giovanni Battista de La Salle.
Guardare al futuro
In questa occasione, le ricerche di Fratel Pedro María Gil si inseriscono nella commemorazione dei 300 anni dal riconoscimento pontificio dell’Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, attraverso la bolla In Apostolicae dignitatis solio, di papa Benedetto XIII, promulgata alla fine di gennaio del 1725, “una buona occasione per guardare al futuro e interrogarsi sul senso del suo itinerario lungo questi tre lunghi secoli di vita”, come egli stesso afferma nella presentazione del libro.
“L’origine concreta di questo lavoro è stata l’accoglienza dei capitolari, di ritorno dall’Assemblea di Roma nel 2022”, continua Fratel Pedro. “Davanti a loro, nelle loro riflessioni, ho avuto l’impressione che non avessimo fatto grandi progressi nell’interpretazione delle dinamiche dell’ultimo mezzo secolo”.
Pertanto, osservando che “erano già trascorsi due o tre decenni che hanno messo in luce sia l’insufficienza del modello ereditato dalla Comunità lasalliana che l’emergere di nuove forme nella sua progettazione”, Fratel Pedro si è sentito spinto a “sistematizzare la riflessione sul processo della grande comunità lasalliana con l’obiettivo di diffonderla in tutto il suo universo e contribuire ad armonizzare le diverse situazioni”. A tal fine, aggiunge, “mi ha aiutato molto la prospettiva dell’accoglienza dello studio a Roma e in particolare lo svolgimento del Seminario di Ricerca Lasalliana nell’ottobre dello scorso anno”.
Trasformazione del fatto comunitario
Sebbene inizialmente l’autore avesse previsto di intitolare l’opera “Tre secoli dopo”, in esplicito riferimento alla Bolla, confessa che “a poco a poco mi è apparso chiaro che dovevo essere più concreto e spiegare che tre secoli dopo ci trovavamo di fronte alla trasformazione del fatto comunitario”. “Per questo mi è sembrato importante sottolinearlo fin dalla copertina”.
Inoltre, approfondendo le convinzioni che lo hanno accompagnato durante il processo di ricerca e sistematizzazione, Fr. Pedro riconosce che “nel corso della mia vita mi ero reso conto che il signor De La Salle non era il fondatore delle Scuole Cristiane – come cantava uno dei nostri inni – ma che aveva fondato i Fratelli delle Scuole Cristiane, cioè comunità che animavano le scuole. Quella rete di comunità era propria della nostra struttura istituzionale ereditaria”.
“Da quel momento ho compreso meglio ciò che era accaduto nel secolo precedente e ho percepito la volontà dell’Istituto di stabilire un nuovo modello, ovvero ho interpretato tutto il XX secolo come un movimento verso la rifondazione della Comunità delle Scuole Cristiane”, aggiunge.
Restaurare, rinnovare, rifondare
Questa prospettiva è stata ampiamente sviluppata nel primo volume della sua opera: “Un secolo di segni”. “È stato prima un periodo di perplessità e di tentativi di restaurazione. Poi, un altro periodo, pieno di generosità, dedicato al rinnovamento dell’eredità ricevuta. Infine, ne abbiamo raccolto i frutti e parliamo di un periodo di rifondazione”, afferma.
D’altra parte, nel secondo volume, “L’architettura interiore”, fa riferimento agli assi portanti della nuova Comunità e propone sei criteri per costruirla: (1) Un’istituzione nella storia; (2) la Nuova Evangelizzazione; (3) la Chiamata; (4) l’Invio; (5) la Scuola Cristiana; e (6) la Comunità della Scuola Cristiana. Sottolineando così che l’obiettivo del suo studio è stato quello di “raggiungere un linguaggio comune riguardo all’identità lasalliana”, come “possibile architettura sotterranea di un futuro possibile”.
Tre chiavi di lettura
“Credo che sia giunto il momento di raccogliere tutti gli sforzi compiuti per superare le perplessità e dare un senso ai rinnovamenti, interpretando il tutto come un grande invito alla fedeltà simultanea a Dio, all’Istituto e ai ‘segni dei tempi’”, sottolinea il religioso spagnolo, condividendo alcune chiavi di lettura di questa nuova opera lasalliana – le stesse che ha utilizzato nella sua scrittura. Vale a dire:
- “Il primo è il ripasso della nostra storia nell’ultimo secolo. Credo che non la conosciamo abbastanza. Non mi riferisco a una conoscenza erudita, scientifica, propria dello storico. Mi riferisco alla cronaca familiare, così come ci viene tramandata da tre o quattro generazioni. E forse basterebbe farlo a livello locale, conosciuto da tutti: è più che eloquente. Vale la pena provarci”.
- “La seconda chiave è di natura teologica: è la riflessione sulla nostra consacrazione. Abbiamo bisogno di riflettere sul significato di ciò che ci unisce, del nostro impegno, della nostra stabilità. Comprendere, ad esempio, le Meditazioni del Tempo di Ritiro al di là delle forme religiose convenzionali: non per rifiutarle, certamente, ma per comprenderne il vero significato”.
- “E la terza è sociologica. Dobbiamo contestualizzare la nostra istituzione nell’insieme delle istituzioni sociali odierne, sia quelle esistenti che quelle necessarie. Dobbiamo renderci conto che forse il concetto stesso di istruzione oggi ha un significato diverso rispetto a due o tre secoli fa. Dobbiamo farlo, ma non per allontanarci da ciò che facciamo, bensì per comprenderlo meglio e quindi ricostruirlo dall’interno. Il valore delle nostre istituzioni locali è enorme e dobbiamo riconoscerlo e apprezzarlo. Questo può consentirci un livello di risorse nel nostro rinnovamento istituzionale che altre non possiedono”.
I due volumi di questa nuova opera di Estudios Lasalianos n. 19, “De una comunidad a otra” (Da una comunità all’altra), rispettivamente di 218 e 232 pagine, sono già disponibili in spagnolo, sia in formato digitale che cartaceo. Le edizioni in inglese e francese saranno pubblicate prossimamente.
Scarica qui i due volumi della nuova pubblicazione “Da una comunità all’altra” (Studi Lasalliani n. 19).
* Inoltre, è disponibile una sintesi dell’opera in formato podcast, realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Ascoltala qui.

